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WOW Speciale Aprile


Per anni, a partire da almeno il 1975, avevo prodotto la rivista WOW, insieme al suo direttore/ideatore Luigi F. Bona [come dicono gli avvocati: d’ora in avanti Luigi].

Un giorno a Luigi, già collaboratore esterno per la rivista Tempo Medico e altro, viene offerto un contratto in esclusiva con la Casa Editrice, a condizione che sospenda ogni altra iniziativa esterna. Gli viene offerta la possibilità di continuare a pubblicare WOW – ma solo all’interno della casa editrice.

L’alternativa sarebbe sospendere la pubblicazione e quindi non ho problemi a dirgli di andare avanti da solo. Ma forse un nuovo problema c’è: dopo un po’ di tempo affiora la nostalgia, e allora, coinvolgendo tutto il gruppo storico di WOW e altri amici, all’insaputa di Luigi, decidiamo fare questo (falso??) WOW Speciale Aprile che contiene una serie di articoli e interventi (quasi tutti inventati).

In questo numero 36/A di WOW, dotato di 63 pagine(unico albo al mondo con le pagine dispari!) “per risparmiare” omettiamo l’inserto con le 32 pagine centrali, che dovrebbe costituire il corpo dell’uscita successiva ovvero il 36/B!

La redazione del numero è di tutto rispetto, e comprende:

Carlo Peroni, autore della copertina, che presta il suo coniglietto “Sonny” per la caricatura del direttore della vera rivista WOW: Luigi F. Bona.

Ferruccio Alessandri, già traduttore di Isaac Asimov, con una finta traduzione di un inesistente articolo di Asimov che comunica l’uscita di un quarto libro della sua celebre trilogia, pubblicizzato nella retrocopertina di questo falso WOW col titolo: “Terza Fondazione”!

Giuseppe Festino, autore della “falsa” copertina di “Terza Fondazione” e della pubblicità del liquore “Wow” in seconda di copertina.

Roberto Anghinoni con un articolo che spaccia il famoso pittore dell’800 Giovanni Fattori per un fumettista esordiente di talento con complicità, illustrazioni, fotomontaggi e fumetti aggiunti di Carlo Peroni.

Alfredo Castelli, che firmandosi “Alfredo De Castillo” ci annuncia l’incredibile ritrovamento delle prime strisce di uno tra i personaggi più conosciuti del fumetto: Brick Bradford!

Franco Fossati che descrive una mostra di fumetti citando i Promessi Sposi nel suo pezzo “Collezionismo e Violenza”.

Umberto Volpini (con l’ausilio di Nessim Vaturi), che in un’immaginaria intervista “con equivoci”, presenta le “Prime Esperienze” erotiche di Al Capp (strane ma probabilmente veritiere, tratte da un libro di confessioni)

Nessim Vaturi ci informa anche del divorzio dell’Uomo Mascherato, aiutato dai disegni di Gaetano e Gaspare Cassaro.

Sergio Giuffrida con un’anticipazione sul film Santincielo di Skiaffino, prossimo film di Warren Beatty dopo “il Paradiso può attendere”!

Umberto Manfrin, autore della “mascotte di Wow” che si toglie la maschera e appare in un’autocaricatura (in copertina e all’interno)

E poi l’errata corrige alla Guida ad Urania pubblicata su precedenti numeri di WOW e una pubblicità dell’ASTRI –Amici di Star Trek Riuniti in Italia (queste erano vere!), una improbabile lettera di Ennio Ciscato: “Speciale I am Sorry…” al direttore di WOW, e un corollario di notizie (molto dubbie), tra cui la prima “Crociera Itinerante del Fumetto” (occhio all’itinerario!), per culminare con la pubblicità, in quarta di copertina, del: “Quarto Libro della Trilogia Galattica di Isaac Asimov”, che uscì veramente qualche anno dopo, col titolo “Orlo della Fondazione”, sfoggiando proprio la “falsa” copertina disegnata da Giuseppe Festino nel 1981 e recuperata anni dopo!

Dopo qualche anno, Luigi riesce a coronare il suo sogno di sempre e ad aprire il “Museo del Fumetto” a Milano, che si chiamerà, guarda caso… WOW Spazio Fumetto!… ma questa è un’altra storia.

Potete acquistare lo speciale sul nostro sito cliccando qui

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Blade Runner: due importanti ritrovamenti!

Catalogando il materiale dei nostri famigerati magazzini sono saltate fuori due interessanti chicche per gli amanti di Blade Runner, due rari e ricercati volumi pubblicati in occasione dell’uscita del film nel 1982.

Il primo è The Blade Runner Sketchbook, un’interessante panoramica dei disegni realizzati per la produzione del film, che costituirono il riferimento per la realizzazione delle scenografie e del design degli interni, dell’architettura e degli oggetti presenti nelle scene. I disegni furono realizzati dallo stesso Ridley Scott (regista del film) e da vari illustratori famosi come  Syd Mead, Mentor Huebner, Charles Knode, e Michael Kaplan.

Il secondo volume è The Illustrated Blade Runner,  e contiene il copione completo del film, comprese le indicazioni per le scene che vennero dati agli attori. Il volume è ricco di illustrazioni e presenta una selezione degli storyboard usati nella produzione del film. Completa il tutto una introduzione di Ridley Scott in cui descrive la straordinaria metamorfosi di questa disegni e di questa storia in uno stile cinematografico unico.

Entrambi i volumi sono stati pubblicati nel 1982 dalla Blue Dolphin Enterprises, e sono esauriti da parecchio tempo. Le poche copie che si trovano online vengono vendute a prezzi molto alti, noi ve li proponiamo a un prezzo molto più basso cliccando qui. Si tratta di copie nuove, mai aperte, quindi difficilmente li troverete in condizioni migliori!

Dylan Dog: I FuoriSerie!

Una cosa che ci viene spesso richiesta è l’elenco di quello che manca.
Detto così può sembrare irragionevole. un controsenso o una stranezza, e devo ammettere di aver provato a volte l’irresistibile tentazione di applicare al richiedente il metodo alla Dr. House: entrargli in casa, eseguire un’accurata analisi dei contenuti e stilare un elenco di quello che gli serve… ups! Facebook l’ha già fatto!

C’è chi la prende un po’ alla larga chiedendoci: “Avete qualcosa (ad esempio) di Dylan Dog? Si mi interessa TUTTO, qualunque cosa!”  Ma poi alla vista degli oggetti: “No! Questo ce l’ho, anche questo, …e questo pure… ma possibile che non avete niente… (di quello che mi manca)?
Altre volte la domanda è: “Avete un elenco di tutto?
C’è infine chi si accontenta e chiede: “A parte i fascicoli “ufficiali” delle serie normali cosa avete di diverso?

Ecco! Questa è una richiesta che possiamo soddisfare con un primo elenco di albi e oggetti “Fuori Serie” (o FuoriSerie come vengono spesso definiti) questa volta dedicati proprio a Dylan Dog.
Un elenco necessariamente parziale visto che al momento della pubblicazione TUTTI gli articoli elencati sono disponibili.
Un elenco che è destinato ad allungarsi (quindi a crescere) mentre si ridurranno gli articoli disponibili (molti RARI, alcuni in copia UNICA) che nel frattempo speriamo di vendere.
Quindi, più ci sarà materiale in elenco e più ci mancherà. Illogico. Ma dannatamente logico!

Clicca qui o sull’immagine all’inizio dell’articolo per l’elenco dei FuoriSerie di Dylan Dog!

Il 15 Maggio torna al cinema Deadpool!

Martedì 15 maggio arriverà nelle sale cinematografiche Deadpool 2, seguito del fortunatissimo primo film (uscito nel 2016) dedicato al folle mercenario creato da Rob Liefeld e Fabian Nicieza, apparso per la prima volta su New Mutants n. 98 nel febbraio del 1991.
Il nuovo film promette di essere ancora più adrenalinico e fuori di testa del precedente, dove il protagonista  (noto da tempo come il “Mercenario Chiacchierone”) occupava costantemente la scena con la sua inarrestabile parlantina infarcita di humor, doppi sensi e riferimenti a serie TV, canzoni e film. Deadpool è il più classico degli anti-eroi, un mercenario sfigurato e profondamente squilibrato, un assassino dotato della capacità di guarire molto velocemente. Quello che lo rende particolare però è la profonda ironia e follia che negli anni lo ha reso uno dei personaggi più amati della Marvel, fino all’esplosione anche nel mainstream con l’arrivo del primo film.
Fortemente ispirato a Deathstroke, un personaggio della DC Comics apparso per la prima volta sulle pagine dei New Titans (i costumi dei due sono molto simili, sono entrambi mercenari e il cognome di entrambi è Wilson), Deadpool si allontana presto dal modello, molto più serioso, diventando un personaggio costantemente sopra le righe e portato agli eccessi, sia dal punto di vista del comportamento sia per quanto riguarda le caratteristiche più personali (ad esempio il suo orientamento sessule varia, a seconda delle occasioni, da eterosessuale a omosessuale, passando senza problemi alla bisessualità), arrivando fino alla rottura del “quarto muro”: Deadpool sa di essere il personaggio di un fumetto, e spesso e volentieri si rivolge direttamente al lettore.
In occasione dell’uscita di Deadpool 2 troverete alla Borsa del Fumetto, oltre a locandina, poster e affisso del film, un’ampia selezione di fumetti a lui dedicati, oltre a una selezione di fumetti di altri personaggi “sopra le righe”: Lobo, Tank Girl, Harley Quinn, Cable ecc.

Il 5 Maggio ritorna il Free Comic Book Day!

Anche quest’anno la Borsa del Fumetto aderisce al Free Comic Book Day, l’iniziativa delle fumetterie statunitensi nata nel 2002 per promuovere la diffusione dei fumetti tra i lettori di tutte le età.

Sabato 5 maggio verranno dati in omaggio fumetti a tutti i presenti; vi suggeriamo quindi di non passare troppo tardi dato che le quantità sono limitate!

Stranger Things, la serie di Netflix!

Il 27 ottobre partirà su Netflix la seconda stagione di Stranger Things, la serie TV di che ha appassionato con la prima stagione anche i lettori di fumetti. Vista l’ambientazione horror della serie abbiamo pensato di approfittare dell’arrivo di Halloween per montare in vetrina al nuovo punto vendita di via Castaldi 21 un bellissimo stand-up in cartone dedicato alla serie. Come vedete dalla foto lo stand-up presenta un foro in cui sarà possibile inserire il proprio volto per delle fantastiche fotografie in cui si potrà prendere il posto di Eleven, il personaggio più affascinante della serie.

Solo per il giorno di Halloween, martedì 31 ottobre, sarà possibile approfittare di questa possibilità; vi aspettiamo quindi per delle bellissime foto!

Calendari vintage compatibili con il 2018!

Per il 2018 vi proponiamo una nutrita selezione di calendari d’epoca perfettamente compatibili con il 2018. Vintage ma tutti rigorosamente nuovi e intonsi o addirittura blisterati, molti veramente unici e irripetibili con le poche copie rimaste sepolte nei nostri magazzini ad esaurimento!

L’anno 1990 è stato veramente prolifico con un’esplosione di offerta a tutto campo: oltre ovviamente ai calendari legati al fumetto, un panorama a 360 gradi: dalla grafica, passando per il costume alla musica e al cinema. Ci sono molte decine di calendari (da Prince a David Bowie, da Rocky Horror a Mad, da Ghost Busters a Marilyn Monroe, da Star Wars a Star Trek e oltre…).

Anche del 2001 (sempre usabile nel 2018) abbiamo una selezione molto valida, ma la parte del leone la fa l’unico calendario che abbiamo dell’altro anno “giusto”: il 1979!

È infatti del 1979 il calendario originale di “Heavy Metal” (ancora sigillato nel contenitore in cartoncino originale) con la copertina di Richard Corben. All’interno disegni di James Cherry, Joe Jusko, Tom Barber, Claveloux, Moebius, Clyde Caldwell, Matthew Quayle, Alex Nino, Michael Wm. Kaluta, Kelley and Mouse, George Smith, Philippe Druillet.

Heavy Metal, versione americana della rivista francese Métal Hurlant esce nell’aprile del 1977 e pubblicherà sia i fumetti originali francesi tra cui Moebius, Bilal, Caza che fumetti americani e di altri paesi compreso gli italiani Milo Manara e il Ranxerox di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore. Il mensile, a colori acquistato da Kevin Eastman, uno dei creatori delle Tartarughe Ninja, prosegue ancora oggi le pubblicazioni, e si può ordinare, come tutti i fumetti originali USA alla Borsa del Fumetto.

Sabato 23 settembre 2017: Batman o Rat-Man?

É arrivato (ampiamente preannunciato) il “Batman Day”, quest’anno dedicato alla leggiadra e soave Harley Queen. Finalmente una donna! Bene! Bene???? Troverete ovviamente per l’occasione, albi e volumi vecchi e nuovi, chicche, gadgets e altro.

Non abbiamo potuto invece definire in anticipo un “Rat-Man Day” per celebrare l’uscita del numero 122, ultimo numero della serie. Abbiamo quindi deciso di celebrarlo da oggi e fino alla settimana prossima quando riceveremo l’Omnibus con la saga conclusiva di Rat-Man.

Anche qui abbiamo recuperato pubblicazioni, chicche, ritrovamenti e tutto il resto a partire dai numeri della mitica serie “spillata” delle edizioni BD.

Quindi buon Batman Day (o Rat-Man Day), fate voi!

Jack Kirby: La mitica intervista italiana

Il 28 agosto 2017 è stato celebrato il centenario della nascita di Jack “The King” Kirby, unanimemente considerato il “padre” del mondo supereroistico a fumetti.

Molte sono le iniziative che festeggiano l’avvenimento. Noi della Borsa vi proponiamo una vera e propria chicca: la rarissima intervista che il grande Jack mi ha rilasciato nel corso di Lucca 1976 pubblicata nel numero di WOW #7 del febbraio 1977 edito da Luigi F. Bona Editore.

Nel novembre 1976 nel corso della manifestazione a Lucca ebbi l’occasione di incontrare Jack Kirby, e nel dargli in omaggio una copia della nostra rivista “Wow”, gli chiesi un’intervista. Dell’incontro avvenuto poi nella hall del famoso Hotel Napoleon, presente l’inseparabile moglie, ricordo la cortesia, la simpatia dell’unitissima coppia e la bella conversazione, registrata in inglese e poi tradotta in italiano. Qualche anno dopo, agli esordi dell’era di internet, alla Fiera di Milano, passando davanti ad uno stand con un enorme computer che pubblicizzava la possibilità di connettersi, Luigi Bona , direttore di Wow (e dell’omonimo “Museo del Fumetto” a Milano) mi decantava le potenzialità del nuovo mezzo “Scommetto che ci sei persino tu!”, e digitando Nessim Vaturi scoprimmo che l’intervista era stata ritradotta in Inglese. Mi ricordo che mi aveva sorpreso non poco che il “Jack King Kirby” il RE del fumetto considerasse di secondaria importanza il suo ruolo di disegnatore mettendo al primo posto la voglia di raccontare storie nella speranza di provocare le reazioni che gli suscitavano i racconti della madre quando era un bambino, quindi in fin dei conti di trasmettere sensazioni.

Una bellissima esperienza che ricordo con piacere e con un piccolo rimpianto: nel accomiatarsi i Kirby mi invitarono: “Vieni a trovarci”. La considerai una gentilezza, salvo scoprire invece anni dopo che niente dava più piacere alla coppia che ricevere visite.

Nessim Vaturi (NV): Mi hai detto di aver lavorato per una rivista chiamata WOW, agli inzi della tua carriera.
Jack Kirby (JK): Si, quella era la prima rivista per cui ho lavorato. Era pubblicata da Jerry Siegel e Will Eisner. Erano i miei principali, al tempo, e quelli erano i primi anni dei comics e Wow – what a magazine (“che rivista”) , era una delle prime riviste di comics. Molti degli artisti che lavoravano in essa andarono avanti a creare le loro “great features” come si sarebbe visto; la gente identifica il periodo come l’epoca d’oro dei comics, gli anni ’40.
NV: Ti ricordi di qualcuno?
JK: Si, di tutta la gente che c’era dentro. C’era Eddie Haron che ha creato Captain Marvel, Jerry Siegel e Joe Shuster che lavoravano per la DC dall’inizio, sono venuti sulla scena quando tutto era stato appena creato e tutti gli altri correvano da una compagnia all’altra. Quando Jerry Siegel e Joe Shuster arrivarono, trovarono la loro collocazione alla DC e rimasero li. Io ero un pazzerellone.. Se mi offrivano di più in un altra compagnia, ci andavo, e così ho saltellato come una mosca: forse questo è stato anche abbastanza positivo, perchè ho potuto lavorare in varie organizzazioni, conoscenze diverse.
NV: E dopo aver lavorato per WOW dove sei andato?
JK: Ho lavorato su Jumbo ho fatto un “part feature”, uno dei primi progetti di stregoneria chiamato “Il diario del Dr. Heyward” e ho ancora il libro, mia madre
l’ha conservato. Ma non sono un collezionista, un hobbysta o un amatore. Io sono uno di quelli che, puoi chiamarmi un “doer”, fa le cose, e poi le lascio andare..
Ma sai le madri sono orgogliose e penso che se anche tu facessi qualcosa di simile, tua madre ti metterebbe via le tue robe, sai le madri sono così.
Ma sai nel mio vicinato non sapevano neanche cosa fosse un’artista, dovevi essere un meccanico di automobili per essere qualcuno e allora quando sono diventato un’artista la gente non poteva capirmi e pensava che fossi coinvolto in qualcosa di losco.
NV: E dopo Jumbo, che cosa hai fatto?
JK: Dopo Jumbo ho cominciato a gravitare verso riviste più sicure e stabili che stavano venendo fuori, riviste tipo Atlas Comics l’antenata dell’attuale Marvel, e poi ho fatto naturalmente qualcosa per la DC, e poi qualcosa per un uomo chiamato Victor Fox. Victor Fox, il suo nome può essere saltato fuori se hai intervistato qualche disegnatore della mia età che ha lavorato nei primi anni dei comics. Era un editore, e pubblicava Weird Comics e aveva in genere riviste di un nome come Weird Comics, Pow Comics oppure Hit Comics e c’erano editori come Busy Arnold che mettevano fuori le loro edizioni… molte di quelle case editrici di quei gruppi oggi sono scomparsi, le due grandi organizzazioni rimangono Marvel e DC.
NV: Tu hai una grande esperienza di lavoro, Come si fanno i fumetti in America? Sappiamo che si usa il sistema dello “staff-work” cioè il lavoro di gruppo.
JK: Ciò che hanno fatto è stato di organizzare il metodo di lavoro, cioè il lavoro può essere ripartito tra varie persone: puoi avere chi fa il lettering, chi inchiostra, poi c’è il colorista che fa le indicazioni per lo stampatore e poi naturalmente il matitista che è l’artista. Se l’artista fosse tenuto a fare tutte queste cose non riuscirebbe mai a completare tutto il lavoro, quindi queste mansioni sono delegate ad altre persone.
NV: E’ chiaro che anche l’inchiostratore è importante…
JK: Si, si certo, un buon inchiostratore con un bello stile ed un segno pulito fa apparire il lavoro dell’artista molto buono, ma chiaramente l’elemento principale è il matitista. Il matitista è quello che racconta la storia, la visualizza. Non esiste un altro mezzo per raccontare, nei comics. Non è un mezzo dello scrittore, nè del letterista è semplicemente… l’artista racconta la storia come ho detto. Lo scrittore potrebbe scrivere con tutto il cuore, ed essere uno dei più grandi scrittori del mondo, ma se trova l’artista sbagliato a fargli la storia muore: cioè quello che decide è l’artista…
Prendi per esempio la vostra stessa rivista WOW, la prima cosa che vedi è il disegno, è quello ti dice cos’è il prodotto. Prendi la rivista LIFE ma quello che vedeva la rivista erano le fotografie, i fotografi migliori vendevano la rivista, le fotografie più sensazionali… era quel tipo di prodotto.
NV: Come hai cominciato a fare fumetti?
JK: Ho cominciato come animatore nello studio di Max Fleischer, non proprio un animatore, ero li in mezzo alla lavorazione, dico animatore perchè da un pò l’idea del lavoro di cui mi occupavo, ma forse non proprio animatore perchè un’animatore sarebbe quello che dirige l’intera operazione, mentre io che avevo solo 17-18 anni controllavo solo il mio tavolo luminoso in modo da potersi girare e vedere passo passo il procedere del lavoro. Questo lo feci per un pò, poi quando lo studio decise di trasferirsi verso Miami io rimasi a New York e feci altre cose, lavoravo per un piccolo sindacato di giornali che provvigionava 700 quotidiani, ho fatto degli “sport cartoons” degli “editorial cartoons” dei “comic books”. Questa esperienza , penso, mi ha dato ciò di cui avevo bisogno, un punto di partenza per raccontare l’intera storia a fumetti, cosa che feci più tardi nelle riviste di comics.
NV: C’è una ragione speciale per cui hai scelto i fumetti?
JK: Non lo so. Penso che nessuno di noi sappia con esattezza per quale motivo è attratto verso certe cose, so che mi piaceva moltissimo raccontare storie, almeno a mia madre piaceva molto, lei era una bravissima “story-teller” lei proveniva dalla “Frankenstein country” e allora lei conosceva tutte queste storie di orrore, mi si rizzavano i capelli ad ascoltare queste storie, e questo può essere stato determinante…
Mi piaceva tanto fare quel tipo di cose, perchè si ha una risposta dalla gente, credo che mia madre volesse una risposta da me, in altre parole, se tua madre
volesse attirare la tua attenzione per fare qualcosa, ti darebbe una voce o uno scappellotto o ti potrebbe anche raccontare una storia come faceva la mia.
NV: Forse è il modo migliore.
JK: Penso anch’io.
NV: Hai fatto delle storie tutte tue, cioè testi e disegni? Oppure..
JK: Si, si lo faccio sempre e l’ho fatto sempre.
NV: Quindi non c’è nessuno che ti scrive il soggetto
JK: No mai.
NV: Cosa ne pensi dei fumetti italiani?
JK: Tutti i fumetti europei hanno un sapore che i nostri non hanno. Gli americani sono gente abbastanza semplicistica, per arrivare a un punto
ci arrivano abbastanza velocemente… gli europei invece hanno piacere a soffermarsi un pò più con la vita. Gli piace guardare la vita nei suoi vari aspetti e la guardano… Penso siano più dei perfezionisti di noi. Ho notato che molti disegnatori europei sono migliori di me, cioè sono artisti migliori, però non so se sono capaci di raccontare una storia meglio di me.
NV: Forse il punto è che tu sai molto bene come attirare l’attenzione e fermare l’attenzione della gente.
JK: Si, perchè questo è il mio lavoro. Il mio non è essere un bravo artista, no non è questione di bravo artista… no, dico che il lavoro d’arte è importante ma
non è tutto. Voglio dire che il mio lavoro sta nel “vendere” i comics.
NV: Beh, lo fai molto bene..
JK: Si, è una cosa molto semplice; molte volte potrei disegnare un uomo senza le unghie, non me ne frega niente di metterci le unghie se nonostante ciò il lettore starà attento a quello che sto dicendo. Perchè le unghie non sono il punto della storia, è il disegno che li porta verso il punto, questo importa, puè essere un naso, può essere un piede, può essere qualsiasi cosa.
NV: Ci sono artisti europei o italiani che apprezzi in modo particolare?
JK: Guardo verso gli artisti europei, come verso quelli americani, penso come ho già detto, che fanno un ottimo lavoro, quasi tutti. Il fatto è che non parlo molto bene le lingue europee per poter seguire la storia e quindi non posso dare un giudizio, ma parlando solo dal punti di vista artistico sono bravissimi.
NV: Hai mai preso dei “maestri” come modelli, qualche disegnatore…
JK: Si, ce n’erano tre, cioè naturalmente i tre grandi, Milton Caniff, Hal Foster e Alex Raymond. Tutti guardano a loro come ai maestri. Non erano delle scuole d’arte, cioè delle scuole dove potevi andare ad imparare come fare i fumetti, ogni uomo era una scuola per il prossimo, può darsi che fosse come ai vecchi tempi qui in Italia quando la gente, come ad esempio Michelangelo o Leonardo Da Vinci che avevano degli assistenti o degli apprendisti, e la gente che li seguì molto probabilmente erano dei bravi artisti e fecero dei bei lavori: loro erano la scuola per gli artisti successivi e chiaramente la loro influenza c’era, nel lavoro degli artisti che vennero dopo. E troverai degli elementi di Milton Caniff nel mio lavoro, e lo stesso per Alex Raymond, perchè mi piaceva molto quello che faceva con la figura umana, come riusciva a piegarla così armonicamente. Perciò l’ho seguito, come tutti, ma ho creato anche il mio stile personale.
NV: E adesso tu sarai un modello da seguire per quelli che verranno.
JK: Si, esattamente. Può darsi che ci sia qualcosa nel mio stile che andrà bene ad altri artisti, per cui automaticamente diverrò la loro scuola. Non c’è bisogno di pagare tanti soldi per una scuola, tutto quello che si deve fare è prendere un comic book e provare ad analizzare gli essenziali metodi di disegno che uso.
NV: Una domanda tecnica. Ci sono almeno due tecniche di disegno, cioè “Strips” che raccontano una storia, oppure la composizione di una tavola che va forse anche al di fuori da…
JK: Si, si può fare, cioè intendi dire dei balloons che vanno fuori dal pannello normale oppure..Ho fatto anche esperimenti con quello che si chiama il formato.
Naturalmente ho pensato che i comics devono essere fatti abbastanza larghi per cui ho cominciato a fare delle doppie “Spreads” cioè due pagine invece di una singola; ho un disegno largo, e la penso così ancora oggi, penso che un comic book dovrebbe essere alto due metri, così l’artista potrebbe sbizzarrirsi nel disegnarlo e fare una “impressive picture”. Sarebbe il genere di comic book che avrebbe un grosso impatto sul pubblico. Il vantaggio dei pittori classici era che loro avevano dei pannelli grandissimi a disposizione, potevano lavorare su una tela gigantesca e di conseguenza potevano fare dei quadri che  impressionavano la gente molto più di quello che possiamo noi. Chi, guardando un piccolo pannello, diciamo 4×5 potrebbe rimanere impressionato come se si trovasse in una galleria d’arte?
NV: Una domanda abbastanza usuale: qual’è il tuo personaggio preferito?
JK: Forse anche la mia risposta può sembrare una risposta standard, ma io credo che se dicessi un personaggio sopra gli altri denigrerei tutti gli altri e quindi anche un pò me stesso, una parte di me, perciò quando vedi uno qualsiasi dei miei personaggi sappi che io ho messo molto impegno in ciascuno, perchè li sento come se fossero “people”, gente. Se facessi un tuo ritratto e lo trascurassi sentirei che gli manca qualcosa per cui non potrei farlo meno dimensionale di te, dovrei potervi parlare , anche a lui, come a persone.
NV: Questo è il momento delle trasposizioni dei personaggi dei comics in film. La ritieni una cosa valida?
JK: Si, assolutamente, senz’altro perchè è una cosa molto drammatica e io penso che l’uomo che farà la prossima mitologia andrà ad attingere tra i comics, perchè questa è l’origine di tutti i nostri personaggi, Tarzan è un personaggio mitologico, come Sansone o Thor o Ercole sono tutti “Supereroi”
NV: Pensi che queste trasposizioni siano migliori se realizzate con cartoni animati o con attori veri?
JK: Beh gli attori vivi gli darebbero quella dimensione in più, sarebbero molto più potenti dei disegni. Se dovessi vestire un uomo in tuta da supereroe avrei due volte l’impatto del disegno se lui fosse l’uomo giusto.
NV: Vuoi dire qualcosa in particolare ai lettori di WOW?
JK: Ma, gli direi che non possono smettere di leggere dei fumetti, e anche se ci provassero non ci riuscirebbero perchè non potrebbero smettere di leggere comics più di quanto potrebbero smettere di vedere dei films o di guardare la televisione, perchè questa è un’epoca di immagini, un tempo in cui noi abbiamo la percezione del mondo attraverso le immagini; se la televisione è rotta, si va a prendere un comic o si va al cinema, perchè noi adesso stiamo sempre comunicando, tutti comunichiamo con le immagini. Io spero che andando avanti i comics diranno sempre delle storie più belle e e più grandi per far divertire la gente, perchè in fondo tutta la nostra esistenza è centrata sullo spendere tempo insieme qui sulla terra, penso che il motivo per cui ci sono i fumetti sia questo, e che la ragione per cui i comics o qualsiasi altro “media” esistono sia per poterci divertire senza picchiarci l’uno con l’altro sulla testa con delle clave.

Mentre “il grande Jack” tracciava il disegno che poi è la copertina di numero di WOW da cui è tratta l’intervista, in segno di saluto per tutti i fan italiani, abbiamo strappato al disegnatore qualche altro commento…
Disegna Capitan America con i pugni molto chiusi, molti gli rinfacciano di fare i pugni troppo quadrati, lui dice che dipende dal fatto che è basso… un uomo grande magari disegnerebbe un personaggio più aperto invece lui lo fa più compatto e muscolare, lui lo vede così nella sua prospettiva. Riguardo alle donne, dice che le sue sono grandi, grosse, enormi, diciamo perchè lui ha sempre vissuto insieme a delle donne grandi tutte le donne della sua famiglia sono donne belle grandi…sta facendo adesso una spagnola in Capitan America, un personaggio grande e quindi va disegnato grande.
Ma ora il suo programma più immediato è di accompagnare la Signora Kirby a Firenze, per visitare la città.
Ci lasciamo con la promessa di andarlo a trovare in America.

L’intervista integrale la potete trovare nel numero 7 di WOW prima serie, disponibile come molti altri sul nostro sito; potete acquistarlo cliccando qui.
Può essere l’occasione per riscoprire questa rivista che ha presentato nel corso degli anni una serie di articoli, recensioni e quant’altro ancora oggi di assoluto interesse e qualità.